Rock: la rivoluzione fa rumore
Tutto è iniziato negli Stati Uniti degli anni Cinquanta, dove il fermento creativo era ai massimi livelli. Dal rock & roll, ballabile e pieno di energia, il genere si è evoluto attingendo dalla tradizione blues e dalle miriadi di sottogeneri musicali che da sempre hanno caratterizzato il territorio nordamericano.
La strumentazione del rock
Gli strumenti principali del genere sono la chitarra elettrica, il basso, la batteria acustica e, naturalmente, la voce.
La struttura dei brani presenta elementi come intro, strofa, ritornello e assolo. Gli arrangiamenti mirano a comunicare immediatezza ed energia. Nella dimensione live, i brani sono normalmente riproposti così come vengono incisi su disco. In molti casi, le rock band hanno ampliato il proprio organico con pianoforte (o tastiere) sezione fiati e cori.
Band e solisti
La dimensione musicale artistica del rock è, tradizionalmente, la band, ovvero un gruppo di musicisti stabile che compone, arrangia e suona i propri brani. I musicisti vengono affiancati da produttori artistici per la realizzazione dei loro lavori discografici. Per quanto riguarda gli artisti solisti, anche qui ci troviamo di fronte spesso a figure dove l’autore e l’interprete coincidono.
La Rock & Roll Hall of Fame
A Cleveland, in Ohio, esiste un museo dedicato agli artisti più rappresentativi del rock, la Rock and Roll Hall of Fame, con cimeli, foto e documenti di chi ha fatto la storia della musica. Ogni anno, durante una cerimonia dedicati, i nomi di band e solisti che si sono distinti per meriti in campo musicale vengono aggiunti su un muro presente al terzo piano dell’edificio museale.
Il rock: è vera contestazione?
Il genere si è fatto portatore di messaggi di contestazione e cambiamento, ma dall’altra parte, è comunque riuscito ad arrivare a grandi livelli di successo commerciale sfruttando proprio lo stesso sistema che tanto veniva criticato.
C’è un rock più “onesto” dal punto di vista intellettuale e uno che cavalca l’onda della critica allo status quo solo per necessità di business? Forse sì, ma i fan hanno saputo premiare la coerenza di chi si è sempre battuto per gli ideali che questa musica rappresenta.
Per chi dice che il rock è morto
Qualche anno fa Lenny Kravitz cantava, provocatoriamente, “Rock and Roll is Dead”. Era un invito a non considerare la fama e la notorietà come obiettivo. Era un grido a riportare la musica alla sua funzione di espressione artistica, fuori dagli schemi imposti dalle case di produzione e distribuzione. Ecco, sì, forse “quel” rock è morto.
Quello fatto di immagine fine a se stessa, senza contenuti. E se così è, che riposi in pace, che intanto noi continueremo a seguire e amare quegli artisti che ancora credono (e che ci fanno credere) nella potenza della musica!